le immagini di questa pagina sono gentilmente concesse dalla famiglia di Enrica Simone
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Enrica Simone ENRICA SIMONE: LA SUA VITA

La figura di Enrica e' stata ricordata, come testimonianza proposta ai giovani, in occasione di una Veglia di Pentecoste nella Cattedrale di Biella, pochi anni dopo la sua chiamata al Cielo. Riproponiamo le tappe della sua vita, come furono ripercorse in quell'occasione.

23 dicembre 1949
Nasce a Biella, Enrica, sesta di una numerosa famiglia. Pur non essendo la piu' anziana, impara presto ad aiutare i fratelli in una famiglia certo non ricca, ma nota a tutti per l'ospitalita'.

luglio 1966
Inizia per Enrica la lunga avvenura come capo scout. Con il fratello collabora ad un campo estivo per Lupetti nella casa di Margosio, vicino a Trivero.

25 luglio 1969
Si diploma in ragioneria ed inizia dopo sei giorni a lavorare in Banca.

settembre 1969
Non ancora ventenne e' Akela del branco Seonee "San Cassiano". Partecipa al Campo di Secondo Tempo.

1974
Diviene maestra dei novizi. Guida i ragazzi a Roma in biciletta per l'Anno Santo 1975.

1978
Per conto della Comunita' Capi Scout apre un servizio extraassociativo di animazione presso le aree nuove del Villaggio Lamarmora di Biella.

settembre 1979
Enrica e' capogruppo del gruppo scout di Biella.

agosto 1980
Partecipa a un mese di volontariato sanitario in Kenia. Con Maria Bonino ed i religiosi italiani a Tonga persta servizio alle partorienti, ai bambini e ai lebbrosi, nell'ambito del progetto estero della Fondazione Brownsea dell'AGESCI. Si segnala per la capacita' organizzativa. Il senso di solidarieta' profonda non si ferma all'esperienza del viaggio ma continuera' con un costante collegamento con la missione dall'Italia. "In certe cose si vede perfettamente la tua mano, brava, in quella difficile arte che e' quella di prendersi cura di un prete" scriveranno dal Kenia un anno dopo.

settembre 1981
Terremoto in Irpinia. Enrica parte subito ed offre il suo aiuto a Morra de Sanctis. Viene promossa sul campo capo contingente dei volontari sul posto.

1981
Decide di iscriversi al corso serale per assistente sociale. Inizia a frequentare la Cascina Primavera di Saluggia dove due suore vivono in comunita' con una ventina di ragazzi schizofrenici.

settembre 1982
Riparte per l'Irpinia: Sant'Angelo dei Lombardi, dove con quattro scouts obiettori di coscienza, per quattro mesi, lavora con i bambini della baracche e collabora con il Sindaco per la popolazione.
La banca le concede questo periodo come aspettativa senza stipendio e come tirocinio per gli studi di assistente sociale.
Enrica accompagna cosi' altri momenti significativi della societa' di quegli anni: il riconoscimento, allora irrealizzato, dell'obiezione di coscienza al servizio militare. Lei, unica donna, nel gruppo obiettori, inaugura l'iniziativa dell'anno di volontariato sociale per le ragazze e unendo il suo impegno alla generosa solidarieta' ai terremotati, promuove nello scoutismo biellese la nascita della squadra di protezione civile, ora a lei dedicata, ma di cui per tanti anni, fece ancora parte con la consueta umilta', come lavapiatti.
Con tale "qualifica" partecipo' anche all'intervento della quadra durante l'alluvione in Valtellina nel 1987, lei gia' sofferente.

settembre 1983
Riprende il servizio di maestra dei novizi fino alla route nazionale del 1986.
(ndr: con lei e' Fabio De Lorenzo, oggi padre filippino; nell'inverno 1983/1984 il loro noviziato realizza il reportage fotografico su Bagneri che presentiamo in altra parte del sito, nella sezione Chi incontro a Bagneri==> i montanari ==> Bagneri 20 anni fa)

1984
Si iscrive all'AVIS come donatrice e sara' fedele all'impegno anche quando negli ultimi tempi le sue condizioni determinavano una notevole sofferenza durante i prelievi.

1985
Consegue il diploma di assistente Sociale con la tesi "conduzione di gruppi giovanili in dinamica: tecniche ed esperienze". Il lavoro si colloca tra le prime trattazioni sistematiche con approccio moderno svolto in Italia.

settembre 1986
Accetta l'incarico di capo clan nell'AGESCI. Nel corso dell'anno i disturbi gia' avvertiti da tempo diventano sempre piu' intensi. Ella aveva sempre minimizzato al punto da scoraggiare ulteriori indagini. Partecipa al campo estivo del 1987. Enrica Simone

31 maggio 1988
Viene asportato un voluminoso cancro del colon retto. E' sottoposta a lunghissime terapie ionizzanti che tuttavia sopporta con ottimismo e pazienza.

23 aprile 1989
In piazza Duomo a Biella partecipa alla festa di primavera scout in una giornata memorabile di entusiasmo con i ragazzi. E' l'ultima uscita.
Dieci giorni dopo la sentenza terribile: metastasi polmonare avanzata.

21 maggio 1989
In ospedale, cosciente e perfettamente lucida riceve l'Olio degli infermi. Agli amici commossi nella stanza del reparto offre pasticcini e bibite. Si comunica ogni giorno e ascolta le cassette di un Padre missionario sul Vangelo annunziato ai poveri.

26 maggio 1989
Tra atroci sofferenze per la impossibilita' a respirare chiede serenamente: "Fate canti allegri per il mio funerale".

27 maggio 1989
Ore 9: comunica a gesti di non spegnere in nessun modo la macchina che l'aiuta a respirare. Al suo fianco la incoraggiano con dolcezza e fede la madre che, nello stesso giorno anni prima, aveva perso un altro figlio, e la sorella a cui un tumore del medesimo tipo aveva sottratto il marito un anno prima.
Alle 9 e 35 torna serenamente alla Casa del Padre.










Alcune riflessioni e testimonianze personali di Enrica, tratte dalla sua tesi:

* Da anni ormai faccio parte dell'AGESCI e via via ho maturato la convinzione e la consapevolezza che il "gruppo" e' una proposta concreta per la crescita delle persone, dove ciascuna vive in rapporto profondo con gli altri e attraverso essi "diventa" persona.

* Camminare a lungo sulla strada permette di conoscere, dominare e superare se stessi, incontrare gli altri e l'Altro, e da' il gusto dell'avventura; portare lo zaino e dormire sotto la tenda insegnano l'essenzialita' e sviluppano il senso della propria precarieta'.

* La prima caratteristica di quello che si chiama spirito scout consiste nel gusto e nella volonta' di essere giovani... Contro l'atteggiamento rinunciatario espresso dalla frase purtroppo cosi' in voga: chi me lo fa fare?
Essere giovani vuol dire amare la vita, rallegrarsi di essa e di tutto cio' che essa ci permette di fare senza spaventarci delle inevitabili difficolta' che si trovano sul cammino.
Scrive Baden-Powell "Una vita tutta dolcezza sarebbe insulsa, il sale e' amaro, se preso da solo, ma nella pietanza da' sapore alla carte. Le difficolta' sono il sale della vita".

* La vita di gruppo obbliga a uscire dal proprio io, a metterlo sempre in questione e al servizio degli altri... sentirsi corresponsabili l'uno dell'altro, e ciascuno con il proprio dono da offrire, porta a sviluppare quanto c'e' di personale e di diverso, non per un proprio tornaconto ma per una ricchezza che si diffonde.



Ed ora, accompagnati dal ricordo di Enrica, torniamo alla casa di preghiera...

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