immagini tratte dalla raccolta della Comunita' di Giona; disegni e bozzetti di Raffaella Gamba
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interno della cappella (schizzo)  CASA DI PREGHIERA ENRICA SIMONE: PENSIERI E RIFLESSIONI


Per avvicinarsi alla Casa di Spiritualità ricordiamo alcuni pensieri e riflessioni che si sono raccolti già nel 1997, tratti dal progetto redatto e presentato pubblicamente alle Comunità Capi e ai Gruppi Scout, agli Amici di Bagneri, al Parroco di Bagneri che ha messo a disposizione la casa.

PENSIERI E RIFLESSIONI MATURATI DALLA COMUNITA' DI GIONA RIGUARDO LA CASA DI PREGHIERA

Ricordare Enrica con la casa di preghiera è segno di gratitudine per ciò che ci ha trasmesso.

Lo vorremmo fare nel modo più discreto, come era nel suo stile: proporre un luogo di ascolto e di confronto con la Parola di Dio, continuare una disponibilità che era di Enrica e che si manifesterà con la guida e l'aiuto alle persone che si avvicineranno alla casa di preghiera.

Enrica con Fabio (non ancora padre Fabio!) e la signora Firmina (1984) Alla casa viene assegnata la destinazione d'uso di CASA DI PREGHIERA.

Le motivazioni che ci hanno spinto a scegliere la destinazione d'uso della casa di Bagneri e dei diversi vani, la tipologia dei materiali e la posa degli stessi, sono scaturite da un confronto delle nostre esperienze, delle nostre aspettative, del nostro vivere la Fede, dal nostro essere uomini e donne, lavoratori, genitori e famiglie in questa società alle soglie del terzo millennio.

Un luogo ove sia possibile incontrare, cercare o ricercare Dio nel silenzio, nella meditazione, nel rapporto con la natura e con la stessa casa, un luogo " Santo" , una terra "Santa".

Dio, parlando dal roveto ardente, disse a Mosè: " Togliti i sandali perchè questa terra che calpesti è sacra ".

Si è pensato che la ricerca personale o di gruppo possa avvenire nel silenzio della natura e dei muri della casa, nella essenzialità degli spazi e delle strutture, nella povertà di un mondo ancora esistente, presente, tangibile: la realtà dell'uomo di montagna, dei pastori che per la loro semplicità ed essenzialità furono i primi ad accorrere alla grotta, i primi pellegrini, i primi testimoni del grande evento, la discesa di Dio in terra, il suo farsi uomo per la salvezza dell'intera umanità

l'interno del fienile (ora cappella) prima dei lavori di recupero I materiali recuperati dalla ristrutturazione delle case nella sottostante frazione devono rivivere nella casa di preghiera perchè nulla deve andare o essere sprecato, disperso

S. Basilio, uno dei primi padri della Chiesa, ci insegna che quello che abbiamo in più o quello che si spreca è tolto a chi ne è privo o ne necessita.

La stalla è stata scelta come sala di lettura, la mangiatoia ripulita si trasforma in libreria, custode dei Testi Sacri, il Nuovo e l' Antico Testamento.

La parola di Dio, o come ci insegna l'evangelista Giovanni, il Verbo di Dio fatto Carne, è nato in una mangiatoia, ora luogo ideale e significativo per conservare le Sacre Letture

La Parola di Dio inoltre non deve essere letta superficialmente ma deve essere gustata e ruminata affinchè penetri come sostanza vitale, come cibo che nutre, che contribuisce alla crescita.

La cucina lasciata nell'essenzialità in cui si trova, con lo stesso mobilio che oggi l'arreda, ci ricorda la Sacra Famiglia riunita intorno al focolare domestico.

La famiglia di Nazaret è esempio a tutte le famiglie cristiane, la dedizione dei genitori ai figli, l'educazione che devono ad essi impartire, l'amore, sono il fondamento della nostra vita. Questo spazio, già vissuto da una serie di famiglie, ci insegna inoltre che il cibo è grazia di Dio, che i figli sono la benedizione di Dio e che la famiglia è il nucleo in cui Dio ha scelto di esistere, crescere, abitare.

La casa è sprovvista di luce ed acqua.

Per vivere questa casa, per entrare nel suo clima, è necessario anche fabbricare i ceri utili all'illuminazione degli ambienti, fondendo la cera sul fuoco e colandola in stampi predisposti

Dio è luce e la luce deve essere ricercata, privi di luce saremmo ciechi, incapaci di muoverci agilmente, impediti, in perenne pericolo: Dio è luce che guida.

la fontana, abbellita dai fiori Il fontanile esterno è fonte e sorgente. Dio è sorgente perenne, acqua fresca, limpida, dissetante per chi lo cerca.

Accendere il fuoco, attingere acqua sono gesti essenziali, semplici cose come la legna, l'acqua fresca e pulita, il fuoco, la cera delle api; sono povere cose reperibili ovunque, gratuiti doni di Dio e per questo belle.

San Francesco le chiamerebbe sorella acqua, fratello fuoco, sorelle api.

Il fienile viene trasformato in sala per l'assemblea invitata alla mensa Eucaristica.

Un'apertura sormontata da un disegno su legno o su tela ricorda un momento della vita di Gesù : l'apertura immette in quella che un tempo è stata la stanza nuziale ora trasformata nella zona riservata alla consacrazione del pane e del vino, zona di conservazione del SS. Sacramento.

La stanza nuziale, luogo dove la vita è concepita, dove l'unione intima dei coniugi con la Grazia di Dio genera, dove non esistono inibizioni, vergogne, dove l'amore regna sovrano

In questo spazio ora si propone l'unione intima con Dio, dove l'amore di Dio per l'uomo è manifesto nel Sacrificio Eucaristico, dove, accostandosi alla mensa si sperimenta di fatto la comunione con Dio e con i fratelli.

Il tetto del fienile è volutamente lasciato a vista e la casa è scarsamente riscaldata. esposta alle intemperie, ma l'uomo è il guardiano del giardino: è per l'uomo che è stato creato il mondo e non per il mondo l'uomo. Dio non ha creato la terra come un'arida regione ma perchè l'uomo la vivesse e vivendola fosse felice.

Non turbano il vento e il freddo nella ricerca o nel dialogo con Dio. Francesco d'Assisi amorevolmente chiamerebbe fratello il vento e fratello il freddo.

Infine nella parte alta della casa la piccola camera è destinata al riposo. Il pavimento è offerto come giaciglio per ricordare che la vita non sempre è comoda, spesso è dura, ma la vita è dono di Dio e di fronte ad un dono non si può non gioire e con la gioia nel cuore ogni scomodità, ogni difficoltà è vinta.

un sentierino porta, a poca distanza dalla casa, verso la tettoia a cui e' addossata la graa; li' attorno, prati e boschi La casa lontana dalla frazione invita a passeggiare nei pianetti limitrofi che si spingono nei boschi

E' il silenzio il vero sovrano del luogo e nel silenzio si cerca e ascolta la voce di Dio

La regista Liliana Cavalli nel film "Francesco" assegna un grandissimo valore al silenzio, infatti immagina che l'attimo in cui Dio dona le Sante piaghe a Francesco è lo stesso percepito da Frate Leone come un silenzio assoluto, cosmico -Frate Leone pur essendo sospeso su di un ponticello non sente il fragore dell'acqua che scorre sotto di lui -è quello l'attimo che Dio imprime le piaghe nel corpo del Santo e Francesco dirà che in quel silenzio Dio gli aveva parlato. Il silenzio è eloquente.

La casa lasciata nella sua originale essenzialità, semplicità e povertà dovrebbe essere simbolo e monumento del tempo che passa, di un tempo passato ma presente nella continuità: la tradizione.



Nelle prossime pagine, per chi ne avra' pazienza ed interesse, dopo aver richiamato le proposte di accoglienza alla casa di preghiera,  daremo conto di come e' nato e si e' sviluppato il progetto di sistemazione della casa.

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sito web a cura dell'Associazione onlus Amici di Bagneri Enrica Simone