E non facciamo gli orgogliosi: Dio non
affida nulla al caso; le pulsazioni della nostra vita sono sconfinate,
perché Egli le ha volute tutte. Ci afferrano dall’attimo del risveglio. Il
trillo del telefono. La chiave che gira male nella toppa. L’autobus che
non arriva, che è zeppo, o che se ne va senza aspettarci. Il nostro vicino
di sedile che occupa tutto il posto o il vetro che vibra fino a
stordirci.
E’
ancora, l’ingranaggio della giornata: una pratica che ne richiama
un’altra, un certo lavoro che non abbiamo scelto. E’ il
tempo con le sue variazioni raffinate perché assolutamente pure da ogni volontà umana. E’ l’avere
freddo o l’avere caldo, l’emicrania o il mal di denti. La gente che si
incontra. Le conversazioni che i nostri interlocutori scelgono. Il signore
maleducato che ci urta sul marciapiede. Le persone che hanno voglia di
perdere tempo e che ci acchiappano.
L’obbedienza, per noi gente della strada, è piegarci alle
manie della nostra epoca quando sono senza malizia. E’ avere i vestiti di
tutti, le abitudini di tutti, il linguaggio di
tutti.