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Sabato 3 dicembre 2005

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(Mt
10,8)
Noi
delle strade siamo certissimi di poter amare Dio sin quando avrà voglia di
essere amato da noi. Non pensiamo che l’amore sia una cosa che brilla, ma
una cosa che consuma; pensiamo che fare tutte le piccole cose per Dio ce
lo fa amare altrettanto che il compiere grandi azioni. D’altra parte
pensiamo di essere molto male informati sulla misura dei nostri atti. Non
sappiamo che due cose: la prima, che tutto quello che facciamo non può
essere che piccolo; la seconda, che tutto ciò che fa Dio è grande. Questo
ci rende tranquilli di fronte all’azione. Sappiamo che ogni nostro lavoro
consiste nel non gesticolare sotto la grazia, nel non scegliere le cose da
fare, e che Dio agirà per nostro mezzo. Non c’è niente di difficile per
Dio, e chi teme la difficoltà si crede capace di agire. Poiché
troviamo nell’amore una occupazione sufficiente, non abbiamo cercato il
tempo per classificare gli atti in preghiere ed in azioni. Troviamo che la
preghiera è un’azione e l’azione una preghiera; ci sembra che l’azione
veramente amorosa è tutta piena di luce. | |