Ci sembra che di fronte ad essa
(l’azione amorosa….ndr) l’anima è come una notte tutta protesa verso la
luce che sta per venire. E quando la luce si fa – il volere di Dio
chiaramente compreso – ecco l’anima viverla con dolcezza piena, con
pacatezza piena, guardando Dio animarsi e agire in essa. Ci sembra che
l’azione sia anche una preghiera di implorazione. Non ci sembra che
l’azione ci inchiodi nel nostro terreno di lavoro, di apostolato o di
vita.
Al
contrario, ci sembra che l’azione perfettamente compiuta là dove ci viene
reclamata, innesta noi in tutta la Chiesa, ci diffonde in tutto il suo
corpo, ci fa disponibili in essa.
I nostri passi camminano in una strada, ma il nostro
cuore batte nel mondo intero. E' per questo che i nostri
piccoli atti, nei quali non sappiamo distinguere tra azione e preghiera,
uniscono così perfettamente l’amore di Dio e l’amore dei nostri
fratelli.
Il fatto
di abbandonarci alla volontà di Dio ci consegna nello stesso istante alla
Chiesa che da questa volontà medesima è resa costantemente salvatrice e
madre di
grazia.