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DUE PAROLE CON PADRE GIOVANNI... - AVVENTO 2005 




Venerdì 23 dicembre


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Il Signore viene a salvare il suo popolo!   (Lc 1,67-79)

La vera tristezza non è quando la sera, non sei atteso da nessuno al tuo rientro a casa, ma quando tu non attendi più nulla dalla vita.

E la solitudine più nera la soffri non quando trovi il focolare spento, ma quando non lo vuoi accendere più, neppure per un eventuale ospite di passaggio. Quando pensi, insomma, che per te la musica è finita. E ormai i giochi siano fatti.

E nessuna anima viva verrà a bussare alla tua porta. E non ci saranno più soprassalti di gioia per una buona notizia, né trasalimenti di stupore per una improvvisata. E neppure fremiti di dolore per una tragedia umana: tanto non ti resta più nessuno per il quale tu debba temere. La vita allora scorre piatta verso un epilogo che non arriva mai, come un nastro magnetico che ha finito troppo presto una canzone, e si srotola interminabile, senza dire più nulla, verso il suo ultimo stacco.

Attendere ,ovvero, sperimentare il gusto di vivere! Hanno detto che la santità di una persona si misura con lo spessore delle sue attese. …. Attendere è sempre segno di speranza. Rendici perciò ministri dell’attesa. E il Signore che viene, Vergine dell’Avvento, ci sorprenda con la lampada in mano!

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