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"Se il Signore non fosse stato con noi... lo dica Israele...
Noi siamo stati liberati, come un uccello, dai lacci dei cacciatori.
Il laccio si è spezzato e noi siamo scampati!" (salmo 123)
Crescere uomini...
Amici miei e fratelli,
proprio l'altro giorno, mentre concludevo queste righe,
mi raggiunge una telefonata da un amico londinese, scout pure lui,
che mi rassicurava della sua salute e di quella dei suoi famigliari.
Proprio da questa telefonata che mi ha scrollato di dosso una buona dose
di sonno della coscienza ho pensato allora di riscrivere questa lettera,
puntando in alto, molto in alto, a quella "misura alta della vita" che
deve essere il nostro riferimento di uomini, donne, cristiani, capi.
Nello stesso tempo mi arriva il numero di RS Servire intitolato "Maestri"
ed ecco allora le farneticanti riflessioni che vi propongo.
1.
Arriva il tempo delle "ferie", tempo di tranquillità, di vacanza, di riflessione.
Tempo magari cercato da un anno intero di lavoro, servizio, vita quotidiana.
Spero non tempo in funzione del quale abbiamo organizzato tutta la nostra vita.
"Vacanza" deriva da vacuum, vuoto, spazio vuoto, da riempire in qualche modo
perché "natura horruit vacuum!" che significa "la natura ha orrore del vuoto",
e noi, ci apprestiamo a proporre esperienze a noi stessi ed ai nostri ragazzi
che non siano soltanto di "tempo vuoto", contenitori da riempire con questa
o quella attività, ma tempo ricco e mai banale. E' troppo prezioso il tempo
che ci è affidato per viverlo in modo banale. Amici miei desiderosi come
chiunque di un momento di riposo diverso dal solito, di un momento di vita
piena e abbondante proponiamo esperienze piene di senso, piene di libertà,
piene di intensità. Siamo chiamati a far crescere uomini e donne a cui affidare
il nostro mondo, a far crescere uomini capaci di uno sguardo limpido e
gioioso sulla realtà.
2.
Proprio per questo vi riporto uno stralcio da un bellissimo editoriale
di Avvenire del 4 settembre scorso, riguardante il terrificante massacro
di Beslan (leggete fino in fondo, c'entra, c'entra davvero!) .
Pensate, alcuni bambini di quella scuola stanno trascorrendo le vacanze da noi!
"...E la paura, le armi, il sangue lasceranno il segno, ma forse un urto
più profondo, una faglia più sotterranea e più vitale è stata smossa negli scolari
di Beslan. Perché per ore e giorni, nelle mani dei terroristi, hanno compreso
di essere, ai loro occhi, non uomini, ma cose. Ovvero, un nulla.
Cose aventi un valore solo in relazione agli altri, fuori, ai parenti,
al governo, come merce di scambio; ma un niente, oggetti privi in sé di valore,
per quegli uomini e donne armati, pronti infatti a uccidere cinquanta ostaggi
contro uno dei loro, o a sparare per un movimento di troppo. Uomini come il nulla.
E' la stessa terrificante esperienza del nazismo, dei rastrellamenti in cui la
proporzione di morte stava uno a dieci, e dei gulag, dove ammassati come bestie
nelle celle si moriva a centinaia. E', come ha detto Andrè Glucksmann,
un nichilismo risorgente dopo i grandi totalitarismi del secolo scorso,
oggi incarnato nella forma del terrorismo globale.
Ma quando questo sguardo terrificante viene d'improvviso proiettato
su mille bambini? Quando alle parole seguono gli spari, e il sangue,
e gli insegnanti massacrati nel cortile paiono dimostrare con la terribile assenza
della morte che hanno ragione gli assassini, che è questione di un attimo,
e tutti siamo un nulla? E' un colpo d'ascia poco sopra le radici,
è un terremoto nel profondo sentirsi dire: sei un nulla, in questo mondo.
Non a caso una delle vittime sopravvissute del pedofilo belga Dutroux
gli ha urlato in aula: perché non mi hai ucciso?
Tornare indietro dal niente non è semplice. Il marchio resta impresso addosso.
E ci perdonino gli psicologi, se abbiamo qualche dubbio nelle loro terapie.
Quando hai capito tutto, quando sai tutto, cosa riempie davvero una voragine
immensa? Niente di meno che la certezza di un abbraccio,
ma infinitamente più grande - niente di meno che l'esatto contrario di quel nulla."
(Avvenire, 4/9/04. marina corradi)
3.
Crescere uomini con la consapevolezza di non essere "come il nulla",
ma portatori di senso. Allora ripensiamo fortemente al senso di cui noi
siamo testimoni con la nostra vita, il nostro lavoro, la nostra affettività,
il nostro essere capi. Da qui parte la riflessione su quale persona sono,
un esame di coscienza che sa scendere al concreto del mio intimo.
Se riesco, anche con fatica, a non dimenticarmi chi sono nei vari istanti
della mia vita quotidiana, se la mia appartenenza allo scoutismo non è solo
parziale offerta di tempo ma modo di offrire la vita, se il mio essere di Cristo,
cioè cristiano informa, cioè dà forma al mio tempo e a ciò che sono e faccio allora
sono un uomo!
Prepari esperienze estive coi ragazzi che la Provvidenza ti affida,
credimi stai offrendo loro la possibilità di essere realmente uomini e
donne liberi e completi se & e qui viene il bello, offri te stesso come esempio.
La vita di ciascuno è segnata dall'incontro con testimoni di bellezza e
libertà perché così le mie scelte diventino determinanti per il mio vivere.
4.
Capi come "maestri" allora! Capaci di invitare i ragazzi a fare delle
esperienze concrete, capaci di aiutarli a scoprire passi passo e non "tutto e subito",
capaci di offrire il proprio tempo con gioia e mai con impazienza, capaci di
aiutare i ragazzi ad aprirsi al futuro (il campo serve a questo&).
Capaci, ed è la parte più grande e bella del tuo e mio essere Capo, d
i aprire al dialogo con Gesù, il Salvatore della tua, mia e loro vita!
Se penso a questo anno passato tra i ragazzi, tanti, davvero tanti la
provvidenza mi offre di incontrare, e mi fermo un istante sui volti.
Già perché ciascuno è un volto e una storia. Allora vedo e scopro la
ricchezza dei momenti condivisi di gioia, spesso di dolore e sofferenza
quando la porta della classe si apre e mi crolla tra le braccia sussurrandomi
che la sua mamma e morta&o davanti a san Filippo (forse varrebbe la pena metterci
una sdraio e un ombrellone) quando lo sguardo scambiato si scioglie in una
gioia incontenibile per & un sì detto dietro l'angolo.
Quante volte il dialogo si apre ad un livello più alto con una confessione o
un profondo scambio& Crescete uomini! Impariamo realmente ad offrire
noi stessi come maestri credibili di gioia e di libertà.
E' vero siamo in cammino anche noi, tante, troppe volte siamo legati
da vincoli che facciamo fatica a scoprire e a sciogliere ma nostro onore
e dovere è essere testimoni credibili di una vita bella, semplice, piena,
non condizionata, libera, cristiana.
5.
Solo crescendo uomini diventiamo uomini noi stessi! Crescete uomini
( non mi importa di ripeterlo!!!), con la gioia che ci caratterizza, da scout!
Vedete, il terrorismo, il nulla delle nostre vite, il vuoto che ti lasciano le cose,
la nostra società che ci consuma& si possono vincere con questa splendida intuizione:
crescere uomini! A questo siamo chiamati contro il "nulla" il "senza valore"
della vita che non vale più nulla, l'importanza del momento presente, della
fratellanza con gli altri uomini, dell'onore, della fatica condivisa
per un mondo migliore. Siamo all'altezza di questo compito?
Lo chiedo in primo luogo a me stesso, poi a voi capi delle nostre comunità,
a voi ragazzi del clan e a voi genitori e mi permetto di dare risposta
a questo interrogativo. Sì ne siamo all'altezza, sì possiamo cambiare il mondo,
sì è la sfida che ci rende capaci di una umanità vera e semplice.
A questo siamo stati chiamati come cristiani nello scoutismo.
Il Signore ci fornisce attraverso il metodo scout una metodologia di intervento
che va al di là di tutti i lavori di "intelligence" o di tutta l'istruzione possibile.
Campi estivi e vacanze di Branco e Route che ci permettano di vivere
non attività ma episodi libertà, gioia e fede! Costruisci un tavolo di
squadriglia con i tuoi ragazzi non pensare ad altro che a offrirti a loro,
lanci un grande gioco lotta con loro contro Shere Kan, sudati l'anima e
non solo lungo le strade della route!
6.
Crescete uomini! Con forza a cominciare da te stesso.
Affronta la tua vita con Amore, non giocando all'amore;
affronta la tua vita aprendoti all'Amore di Dio, nella sua misericordia;
prima di tutto vale questo! Impariamo ad essere segni di pista e mai pietra
di inciampo, e se accade sappiamo chiedere ed offrire perdono!
Chissà se sarò in grado di vivere queste parole tra qualche giorno
con lo zaino sulle spalle... quando la sera fermerò il passo e pianterò la tenda...
ma come sempre confido in Dio e con il suo aiuto... cercherò di rendere questo mondo
migliore di come l'ho trovato! Capaci di offrire" niente di meno che la
certezza di un abbraccio, ma infinitamente più grande - niente di meno
che l'esatto contrario di quel nulla."
Con affetto, gioia e grande stima,
p.giovanni+
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