proponiamo diversi temi legati a quelli di questa pagina, in altre
sezioni del sito: il fotoalbum b/n di immagini scattate nel 1984 dai Novizi scout e' una documentazione preziosa per scoprire le cascine e i loro abitanti; anche la casa di preghiera puo' essere scoperta nella sua dimensione di cascina mantenuta nelle sua struttura di un tempo, pur adattata a una nuova funzione; |
per
quanto riguarda i frutti del lavoro dei montanari, segnaliamo le pagine
su prodotti tipici e ricette
tradizionali oltre a quelle sul Caseificio coop. Valle Elvo |
le
immagini di questa pagina sono tratte dalle raccolte Amici di Bagneri
/ Scout Biella non possiamo dimenticare di citare in modo speciale l'autore dell'immagine di apertura, il fotografo biellese Gianfranco Bini, che ci ha concesso l'uso di alcune sue immagini, i cui splendidi libri illustrano la vita delle noestre montagne |
conosciamo un po' meglio gli
USI E COSTUMI DEI MONTANARI
Gli uomini e le donne della montagna
La vita nelle cascina era semplice ed essenziale, con un concetto di
"ECONOMIA" tutto biellese che va tradotto con "avanzare, risparmiare".
L'ABBIGLIAMENTO del margaro era semplice e
funzionale: calzoni pesanti e resistenti, impermeabilizzati dal
contatto con la fuliggine grassa dei paioli e lo strusciare con le
mucche; una cinghia di cuoio a cui appendere il falcetto; camicia
spessa, di lana, con sopra un "gilet" che fascia la vita e tiene caldi
i muscoli della schiena; sopra, giacche di varia foggia e maglioni
fatti a mano, abbottonati con grossi bottoni. Immancabile il cappello,
di feltro spesso ormai informe, mentre ai piedi stivali, scarponi e
zoccoli.
L'abbigliamento femminile era più simile a quello delle
contadine del piano, con un tocco di colori più vivaci, e un
pizzico di femminilità e civetteria.
Il CARATTERE DEL MARGARO , come lo
descrive Nestore Pozzo, è un miscuglio di tratti
apparentemente contradditori: è individualista, capace di
arrangiarsi da solo, ma anche disposto ad aiutare e dare una mano ai
vicini per il fieno o la legna, a prestare mulo e attrezzi ecc.;
è geloso della propria roba, che recinta e sorveglia con
cura, ma anche generoso nel rispondere alla richiesta di aiuto (o al
passante che gli chieda una mela o un po' di castagne); è
ambizioso, e fiero del suo lavoro: le sue vacche sono le più
belle, il formaggio il più saporito, il prato più
verde… le cose che lui fa sono fatte a modo, semplicemente.
Infine, i margari sono diffidenti: ma è la scuola della
natura in cui sono vissuti, che ha insegnato a fare sempre attenzione e
a custodire con cura il risultato del proprio lavoro.
Un testo citato dagli amici dell'ecomuseo parla della capacita' contadina di costruirsi la casa, sfruttando le risorse del proprio territorio (la pietra, la legna, l'argilla...); di diventare quando occorre boscaiolo, carpentiere, muratore, fabbro ...
Dice il contadino di Loos: "egli ha voluto costruire una casa per se', per la sua famiglia, per il suo bestiame, e ci e' riuscito. Proprio come e' riuscito al suo vicino o al suo avo. Come riesce ad ogni animale che si lascia guidare dal suo istinto. E' bella la casa? Si, e' bella proprio come sono belli le rose e il cardo, il cavallo e la mucca... l'architetto, come qualsiasi abitante della citta', non ha civilta'. Gli manca la sicurezza del contadino (e del montanaro - ndr), che possiede invece una sua civilta'...."
Ecco allora che se osserviamo le cascine e, piu' in alto, le baite degli alpeggi, possiamo riconoscere la sapienza che ha saputo sfruttare i materiali poveri reperibili in montagna, per realizzare abitazioni capaci di soddisfare le esigenze di vita e di lavoro dei montanari:
Nulla quindi e' lasciato al caso, ma e' frutto della grande sapienza e maestria degli uomini e delle donne della montagna! Passando accanto a una cascina, vi invitiamo a soffermarvi, e - nel rispetto della proprieta' e delle persone che vi vivono - a osservarla con attenzione, chiedendo a chi incontrate di raccontarvi della sua vita...
Altre possibilita' di osservare "da vicino" le abitazioni dei montanari sono offerte dalla visita alla casa dell'Arcangelo (presso all'antica falegnameria) e alla casa di preghiera, a sua volta ospitata in una casa mantenuta nella sua struttura di un tempo.
L'attività
produttiva per la preparazione del burro e del formaggio
L'attività del margaro vede insieme l'ALLEVAMENTO
DELLA VACCHE e l'ATTIVITA' CASEARIA.
Le mucche, sia nella stalla invernale sia nel pascolo estivo, vengono
munte, e con il latte si producono il burro e i formaggi
, le caratteristiche TOME, più
o meno invecchiate, che sono l'orgoglio dei montanari e il loro
principale prodotto di "esportazione". Passando in una cascina o,
d'estate, in alpeggio, chiedete ai montanari informazioni sulla loro
produzione; avrete anche la possibilita' di degustare ed
acquistare le tome d'alpeggio, una diversa dall'altra,
ben diverse da quelle che troviamo nei supermercati di citta'!
Oggi, una parte della produzione di latte non viene piu' lavorata direttamente nelle cascine (le norme igieniche piu' recenti non sono tanto a misura di alpeggio!), ma prende la strada del fondo valle per essere lavorata nei caseifici artigianali della zona. E proprio per favorire questo importante sbocco economico, l'associazione Amici di Bagneri ha aderito al progetto per il Caseificio Cooperativo Valle Elvo, a cui partecipano diversi allevatori della Valle Elvo e di Bagneri.
Secondo antichissime leggende, ad aver insegnato
i segreti della lavorazione del latte ai primi margari sarebbe stato "L'OM
SELVEI", l'uomo selvatico, figura mitica tipica del
biellese e di molte altre realtà alpine, che probabilmente
rimanda all'incontro tra i nuovi abitanti arrivati da altre terre con i
più primitivi antichi primi abitanti: la scoperta del
segreto del caglio e della trasformazione del latte in formaggio
consente ai nomadi di diventare stanziali e di dare origine
alla civiltà montanara alpina (recenti articoli di
giornali locali hanno fatto rivivere questa tradizione, parlando della
possibile individuazione, nel territorio di Sordevolo a poca distanza
da Bagneri, della mitica caverna dell'om selvei
).
La coltivazione dei campi serve
soprattutto a produrre foraggio per l'inverno, mentre l'orto e il
frutteto arricchiscono la tavola con qualche verdure e frutta fresca.
Si allevano anche galline e conigli, e il maiale la cui uccisione
invernale è una festa per tutte le cascine. Le API
dell'alveare davano il miele, mentre le noci servivano per produrre
l'ormai dimenticato olio di noci , usato
in cucina e poi, irrancidito, come vernice per il legno.
Il territorio montano vede alternarsi i prati e i boschi, in una
combinazione sapiente che tiene conto dell'esposizione dei versanti e
delle caratteristiche del terreno, del corso delle acque da regimare e
dei pendii da consolidare, delle esigenze degli uomini e delle loro
mandrie. Una sapienza ormai quasi dimenticata,
ma che sarebbe sempre preziosissima per la salvaguardia del territorio!
Dai BOSCHI DI CASTAGNE si traggono
innanzitutto i frutti, le castagne , che
vengono seccate nella GRAA e che
rappresentano un elemento fondamentale della cucina del montanaro,
soprattutto abbinate al latte; le castagne di scarto, poi, ingrassavano
il maiale, e rappresentavano il "segreto" degli ormai introvabili
salami fatti in cascina. Del castagno veniva poi usata la
legna , buona per la stufa e il camino ma anche adatta
essere lavorata dai falegnami,e venduta a valle; le
foglie infine servivano come strame nelle stalle, e
ritornavano in ultimo a concimare i prati.
L'altro albero più importante dei nostri boschi è
il FAGGIO , dal portamento maestoso, che
forma boschi ombrosi.
Anche il frassino e l'ontano nero (la
verna nera che da' il nome all'antica fontana nel bosco sotto la
chiesa) sono presenti nei boschi della valle, insieme alla
betulla, al nocciolo, ....
Ed ora saliamo verso l'alpeggio con i montanari, che vi trascorrono
ogni anno i mesi estivi...
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sito web a cura dell'Associazione onlus Amici di Bagneri Enrica Simone