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Novena del Santo Natale. 23
dicembre 2005

O Emmanuel,
Rex et legifer noster,
expectatio gentium,
et Salvator earum:
veni ad salvandum nos,
Domine, Deus noster.
O Emmannuele,
nostro re e legislatore,
speranza e
salvezza dei popoli
vieni a salvarci,
o Signore nostro Dio.
Uomini di desiderio: il
desiderio si fa carne!
"Regem venturum Dominum, venite adoremus!"
Ci
siamo: Ecco, viene il Signore! Tutto il nostro desiderio di questi giorni si
concentra in queste ore, ogni desiderio di gioia, pace, bellezza, speranza
si riunisce nella grande invocazione: Vieni! E
la risposta viene da un piccolo gioco che i padri della chiesa hanno
inventato con le iniziali delle antifone di questi giorni lette da
oggi all'indietro, quasi guardando la strada percorsa. Queste
formano due parole: ERO CRAS! Ero
cras! Sarò lì, domani. Il viaggio del desiderio che ci porta a cercare riconciliazione
con noi stessi e il buon Dio è ormai alle spalle, davanti
a noi la luce che promana da una grotta scavata nella roccia, nella
quale siamo chiamati ad affacciarci e ad entrare in punta di piedi... Il
mistero di un Dio che si fa carne è la storia di una salvezza promessa ed
ora presente: davvero fedele è Dio! Da quando l'assurdo più estremo si
è fatto carne nella grotta di Betlemme la fantasia dell'uomo non può fare
altro che guardare la realtà che ha di fronte e piegarsi alla bellezza e
alla fantasia di Dio che "per amore, solo per amore" entra nella storia che
Lui stesso ha creato per accompagnarci lungo i sentieri della vita: Emmanuele,
Dio con Noi. Ma è tutto? Egli assume una natura umana nell'identità dell'unica
divina Persona, e pure non è tutto. Questo Emmanuele si incarna perché
tutti gli uomini, quelli che lo hanno preceduto nel cammino della storia, come
quelli che lo seguiranno, abbiano in Lui, "Dio con noi", il culmine della
loro stessa vita. Il destino di ciascuno e dell'intera umanità viene elevato
a lui, al suo mistero; a quel mistero che è l'itinerario di un Dio che
si china sull'uomo, il quale, attraverso questo abbraccio di Dio, ritorna
nella casa del Padre , nell'intimità stessa della Trinità.
Mistero
immenso che si compie da sempre e per sempre e che si compirà solo
quando il tempo non sarà più e quando noi saremo svelatamente e definitivamente
con Dio. Questo Dio con noi non è solo un commovente avvenimento: è
la storia della nostra salvezza operata da Dio. Per questo il Signore entra
nella nostra vita sovranamente: presenza sovrana, quella dell'Emmanuele, che
supera tutte le altre e che dà a tutte significato e valore. Lo
adoriamo neonato, questo Dio bambino e lo proclamiamo Re, perché la
nostra vita non ha che un dominio, il suo. E' Lui che scandisce la
nostra vita, che con la sua Provvidenza ci viene incontro, che
ci fa partecipi di un mistero eterno di amore. La
storia del suo venire è la storia della indefettibile fedeltà con
la quale si ostina ad accendere nel cuore dell'uomo il DESIDERIO di un incontro. Lo
desiderano anche quelli che non lo conoscono, lo aspettano anche quelli che
dicono di non credere, di non volerlo amare. Lo confessano con disperata tristezza
tante vite disperate... così le inquietudini degli uomini sono
la manifestazione del desiderio che il Signore della vita mette nel cuore
di tutti gli uomini come un fermento. Tutto nella nostra vita ha da essere
salvato, tutto ha da essere sostenuto. Siamo dei poveretti, dei peccatori,
fragili, deboli. Tutto ha da essere salvato nella nostra vita, tutto.
E' bello avere camminato verso Betlemme insieme in questi giorni di
meraviglia e di stupore prima con passi che si chiedevano il perché,
poi con un desiderio che si andava e va diventando via via più intenso.
"Vedi oh Signore, che bisogno di salvezza che ho, vedi come ho bisogno di
essere salvato da te! La mia vita la salvi tu solo, tu che l'hai fatta,
l'hai creata, l'hai redenta, l'hai circondata di un mistero che è la storia
dei secoli. Tu solo la puoi salvare e la salvi!!!
E il Bambino di Betlemme dice con forza :- Io sono il Signore tuo Dio,
non avrai altro Dio fuori di me!-
O Emmanuele, Dio con noi! E' ormai davanti a noi o Signore,
il Natale del tuo Figlio ci soccorra nella nostra indegnità il Verbo
che si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria e si è degnato di
abitare fra di noi!
Questa sera offriamo al nostro cuore l'immagine del
presepe di questa chiesa. Siamo a Betlemme, di fronte a noi la grotta
semplice e spoglia dove presto verrà. Ero, cras! L'antica alleanza che
diventa nuova nel Figlio dell'Altissimo. Il fiume di grazia che scaturisce
dal cuore di quel Figlio trafitto sulla croce giunge in basso fino al
nostro quotidiano, ci prende dentro... Ci soccorra nella nostra indegnità
il Verbo che si è fatto uomo, davvero Dio è carne della mia carne e sangue
del mio sangue. Segno di questa speranza è la piccola luce che riceviamo
da Betlemme dove arde sempre accesa nel luogo storico dove Dio si è fatto
carne. La collochiamo nel presepe come un grande dono, segno che l'Amore
di Dio risveglia la fiammella del desiderio nel profondo della nostra
coscienza. "Desiderium desideravi!" Ho desiderato ardentemente... dice
Gesù nell'ultima cena e noi siamo partecipi e testimoni di questa parola.
Buon Natale, di cuore!
Verrà,
Una sera
In cui nessuno più
L'attende,
Può darsi.
Chiamato per nome
Qualcuno trasalirà.
Al cuore senza memoria
Sia accordato un tempo
Perchè si ricordi.
Verrà,
Una sera
Simile a questa.
Può darsi.
A oriente, davanti a lui,
Il cielo si accenderà.
Al povero andate a dire
Che tutto si compirà
Secondo la promessa.
Verrà,
Una sera
In cui tira aria di sventura.
Può darsi.
Quella sera, sulle nostre paure,
L'amore prevarrà.
Gridate a tutti gli uomini
Che nulla è compromesso
Della loro speranza.
Verrà.
Una sera
Sarà l'ultima sera
Del mondo.
Dapprima in silenzio,
Poi esploderà l'inno.
Un canto di lode
Sarà la prima parola
In un'alba nuova.
(Sr. Marie-Pierre di Chambarand)
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